Terza volta in Irlanda : Glendalough

Il terzo giorno di questo mio viaggio in solitaria la mia meta è Glendalough. 

Lascio quindi l’ostello Times Hostel e mi dirigo alla fermata del 181 , attraversando lo splendido parco di Stephen green .

La scelta del Times hostel si è rivelata ottima anche per la vicinanza al bus.

In un’ora sono a Laragh , un paesino a 1,5 km da Glendalough.

Il b&b che ho prenotato è  a pochi passi dalla fermata.

Penso che Sharon sia fortunata a vivere in una località così incantevole : il suo cottage ha molto spazio intorno ed una veduta meravigliosa delle montagne di Wicklow.

Sharon mi consegna le chiavi della mia stanza e scopro quindi di essere completamente indipendente, visto che il necessario per la colazione è nella stanza ed io ho l’accesso diretto alla stessa.

L’alloggio è delizioso ed io mi innamoro all’istante di questo posto.

Nella scelta dei miei viaggi in solitaria guardo anche al budget , ma mi piace anche passare da un ostello ad un b&b confortevole : alla fine riesco a coccolarmi senza spendere una fortuna.

Il Times hostel mi è costato 28 €a notte, il b&b Sliabh Amharc 75 €a notte.

Sharon mi da indicazioni su dove pranzare e ovviamente mette al primo posto la struttura più prestigiosa della zona : lo Wicklow Heather restaurant.

A pochi passi dal cottage vedo un piccolo punto di ristoro che offre zuppe ed insalate e mi fermo lì a gustare una zuppa col pane nero imburrato e una fetta di torta al limone.

La sera proverò il ristorante consigliatemi da Sharon e devo dire che ha una bella atmosfera, il servizio è inappuntabile , ma  i prezzi decisamente superiori a quelli dei pub.

Ottimo l’Irish coffee che mi concedo a fine pasto.

 

Il  mattino successivo , dopo la colazione che faccio in un angolo delizioso della stanza, parto alla scoperta del sito monastico di Glendalough e del parco che lo circonda.

È presto e quindi possi visitarlo in silenzio e solitudine , leggendo le didascalie , scattando foto e immaginando la vita di contemplazione e preghiera di questi frati.


 Molto ben conservata la torre circolare con la porta di accesso posta a diversi metri da terra perché i frati ci salivano con una scala che poi ritraevano , questo per proteggere le sacre reliquie  dalle invasioni vichinghe.
Il monastero fu fondato nel VI secolo dall’eremita Kevin di Glendalough e distrutto nel 1398 dalle truppe inglesi.

San Kevin si era infatti ritirato nella stretta valle di Glendalough in cerca di un luogo tranquillo e sereno per la sua vita di eremita. Diversi discepoli, volendo seguire i suoi insegnamenti, iniziarono a stabilirsi nella zona, cominciando ad erigere un piccolo villaggio di chiese, cappelle ed abitazioni nella valle sotto la sua capanna. Si formò così un monastero che, nel momento di massimo fulgore, fu uno dei principali centri religiosi e di studi dell’Irlanda.

Il nome Glendalough deriva dal gaelicoGleann Dá Locha, ossia la valle dei due laghi. Il monastero si trovava, infatti, tra due laghi, il Lower Lake e l’Upper Lake.

Devo dire che , pur avendo trovato affascinante il sito monastico e la sua storia, subito dopo averlo visitato , mi sono lasciata rapire dal meraviglioso parco che lo circonda e, in tre giorni ho camminato per oltre 60 km.

Non è un caso che venga denominato ” il giardino di Dublino ” perché è un vero toccasana per lo spirito.

Raggiungo il Lower lake, passando per la strada green

Vedo indicazioni per diversi sentieri e decido di incamminarmi in direzione della vecchia miniera, mentre sulla sinistra mi godo la vista dell’Upper lake e, in lontananza , quello che fu il rifugio del santo

Il tratto in salita è per me alquanto impegnativo ma non mollo fino ad arrivare alla cascata e ammirare da un punto panoramico l’Upper lake.

 

Alla sera, nonostante la stanchezza, esco per “fare baldoria “al pub Lynam’s dove, essendo sabato, c’è musica dal vivo.

Mi guardo intorno ma non riesco ad attaccare bottone con nessuno, in compenso bevo una pinta di Carlsberg e mezza di Guinness.

Stanca ma soddisfatta torno verso il cottage immersa in un’oscurità quasi irreale .
Il giorno successivo decido di seguire il percorso rosa che porta a una cascata ma, durante il percorso vedo un gruppetto che scende da una specie di scalinata e chiedo informazioni.
Due simpatici francesi, di Lione , mi dicono che il percorso è  in salita e quindi faticoso ma , dopo un’ora , si arriva a un punto panoramico che ripaga della fatica.
Mi avvio quindi su questo sentiero
Dopo un tratto veramente impegnativo , la salita diventa meno ripida e la vista del lago è spettacolare: mi fermo ad ogni terrazza per godere di questa veduta e scattare foto.
Un paio di irlandesi mi spiegano che, per i temerari, è possibile proseguire fino a ricongiungersi col versante opposto dove avevo fatto la mia escursione il giorno precedente.
Per me questo punto è la mia meta e sono felice di averlo raggiunto.

Alla sera sono di nuovo al pub , questa volta più tranquillo e il proprietario mi riconosce e mi chiede quanto resterò e come tornerò a Dublino.

Una conversazione basica, adatta al mio livello di Inglese.

L’ultima mattina faccio un po’ di shopping in un simpatico negozio di souvenir e passeggio in maniera rilassata e senza una meta per i bei sentieri del parco.

Alle 16: 30 il bus mi riporterà Dublino.

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